Oggi alle 18, presso la Sala
delle Colonne del Museo Madre di Napoli, ci sarà la prima presentazione al
pubblico della mia monografia Deciders.
Chi decide sulla rete.
Un saggio sociologico
sull’impatto di Facebook, Twitter, Google sul funzionamento della sfera
pubblica e sulle prospettive di regolamentazione della Rete, che sarà
certamente lo spunto per una stimolante discussione su temi di attualità
insieme a Francesco Pinto, direttore del Centro di Produzione RAI di Napoli,
già direttore di Rai Tre e docente universitario, di recente romanziere di
successo (La strada dritta e Il lancio perfetto), e Claudio Velardi,
giornalista, consulente politico, formatore e fondatore della più nota società
di lobbying italiana, Reti.
Nel corso della presentazione,
non potremmo non citare Laura Boldrini, presidente della Camera molto attiva
sui temi del web 2.0, ma anche protagonista/vittima di attacchi di odio sulla
rete; James Foley, il primo occidentale giustiziato dall’ISIS, delle cui
immagini di morte si è discusso molto su Twitter e Facebook; Mario Costeja
Gonzalez, grazie alla cui azione giudiziaria finita dinanzi alla Corte di
Giustizia Europea tutti i cittadini europei possono chiedere a Google la
rimozione di notizie non più attuali tra i risultati del motore di ricerca.
Ma parleremo anche di Enrico
Schettino, protagonista di un fortunato video Facebook sulle bellezze di Napoli
in canoa a novembre, dei vomeresi intervistati da La7 che hanno scatenato
reazioni e dibattiti in rete, dei tweet
di Antonio Bassolino, (nuovamente?) candidato sindaco in pectore al Comune di Napoli, ma anche delle minacce e delle
offese sulla bacheca Facebook di Nello Mormile, il ragazzo che ha guidato a
luglio contromano in Tangenziale, e del Joker tatuato sul braccio di Lino
Sibillo, leader della paranza dei bambini di Forcella, ritratto con il sorriso
sulle labbra su Facebook subito dopo il suo arresto. E infine non potrà mancare
un accenno ai recenti hashtag di
Twitter #ParisAttacks e #porteouverte, ed alla bandiera francese
di sfondo ai nostri profili social.
Ci chiederemo in sostanza quale
sia il ruolo delle grandi multinazionali del web 2.0 nel governare questi
fenomeni; cosa significa hate speech,
inteso come nuova forma di politicità e socialità online; come si possa
risolvere la dialettica tra memoria (intesa come costruzione sociale e guida
dell’esperienza umana postmoderna) ed oblio in rete; quali sono gli spazi di
intervento delle istituzionali nazionali e sovranazionali su questi fenomeni;
infine, quale impatto hanno tutti questi aspetti nella nostra vita quotidiana,
e soprattutto nella nostra formazione di cittadini facenti parte dell’opinione
pubblica glocalizzata.
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