venerdì 20 novembre 2015

Di cosa parliamo oggi alla presentazione di Deciders.

Oggi alle 18, presso la Sala delle Colonne del Museo Madre di Napoli, ci sarà la prima presentazione al pubblico della mia monografia Deciders. Chi decide sulla rete.
Un saggio sociologico sull’impatto di Facebook, Twitter, Google sul funzionamento della sfera pubblica e sulle prospettive di regolamentazione della Rete, che sarà certamente lo spunto per una stimolante discussione su temi di attualità insieme a Francesco Pinto, direttore del Centro di Produzione RAI di Napoli, già direttore di Rai Tre e docente universitario, di recente romanziere di successo (La strada dritta e Il lancio perfetto), e Claudio Velardi, giornalista, consulente politico, formatore e fondatore della più nota società di lobbying italiana, Reti.
Nel corso della presentazione, non potremmo non citare Laura Boldrini, presidente della Camera molto attiva sui temi del web 2.0, ma anche protagonista/vittima di attacchi di odio sulla rete; James Foley, il primo occidentale giustiziato dall’ISIS, delle cui immagini di morte si è discusso molto su Twitter e Facebook; Mario Costeja Gonzalez, grazie alla cui azione giudiziaria finita dinanzi alla Corte di Giustizia Europea tutti i cittadini europei possono chiedere a Google la rimozione di notizie non più attuali tra i risultati del motore di ricerca.
Ma parleremo anche di Enrico Schettino, protagonista di un fortunato video Facebook sulle bellezze di Napoli in canoa a novembre, dei vomeresi intervistati da La7 che hanno scatenato reazioni e dibattiti in rete, dei tweet di Antonio Bassolino, (nuovamente?) candidato sindaco in pectore al Comune di Napoli, ma anche delle minacce e delle offese sulla bacheca Facebook di Nello Mormile, il ragazzo che ha guidato a luglio contromano in Tangenziale, e del Joker tatuato sul braccio di Lino Sibillo, leader della paranza dei bambini di Forcella, ritratto con il sorriso sulle labbra su Facebook subito dopo il suo arresto. E infine non potrà mancare un accenno ai recenti hashtag di Twitter #ParisAttacks e #porteouverte, ed alla bandiera francese di sfondo ai nostri profili social.

Ci chiederemo in sostanza quale sia il ruolo delle grandi multinazionali del web 2.0 nel governare questi fenomeni; cosa significa hate speech, inteso come nuova forma di politicità e socialità online; come si possa risolvere la dialettica tra memoria (intesa come costruzione sociale e guida dell’esperienza umana postmoderna) ed oblio in rete; quali sono gli spazi di intervento delle istituzionali nazionali e sovranazionali su questi fenomeni; infine, quale impatto hanno tutti questi aspetti nella nostra vita quotidiana, e soprattutto nella nostra formazione di cittadini facenti parte dell’opinione pubblica glocalizzata.

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